Mi fa sorridere il moralismo della gente. non lo tirano fuori per il nudo in sé, ormai ovunque, ma per quello imperfetto.
E' l'imperfezione a scandalizzare come fosse una colpa. Il mio è stato un gesto di provocazione, e anche di profondo dolore:
in manicomio ci spogliavano come fossimo cose.
Mi sento nuda ancora adesso.
Alda Merini riguardo le sue foto di nudo per Giuliano Grittini.
Ciò che colpisce nelle foto di Giuliano Grittini è l'incredibile leggerezza che se ne percepisce in netto contrasto con la
fisicità proprompente della Merini e con la cruda pesantezza delle esperienze del suo vissuto.
Storia di una vita che noi conosciamo direttamente dalle sue parole perchè Alda Merini non si è mai negata nel raccontare, nel far scorrere la storia del suo passato
con la stessa scioltezza con cui declamava le proprie poesie.
Fra le molte testimonianze video che è possibile trovare in rete abbiamo scelto questa intervista con Simone Cristicchi nella quale ci ha colpito
in particolare l'episodio del caffè sui Navigli che abbiamo trovato così vicino alla reazione del sacerdote nel tempio di Gerusalemme con Anna la madre di Samuele.
Ma ciò che maggiormente lascia stregati nei racconti della Merini, in tutti i suoi racconti, è la Merini stessa, è il suo porsi davanti alla telecamera,
è la sua voce che scorre, il suo distacco con la sigaretta sempre fra le dita mentre racconta episodi che sono, a volte, agghiaccianti.
Nella postfazione di "Clinica dell'abbandono" Vincenzo Mollica scrive:
Parlare con Alda Merini è come parlare con l'acqua e il fuoco, con il vento della vita, con l'essenza di persone che cercano di dare forma all'anima che rulla dentro.
Quando Alda Merini racconta è la Poesia che racconta: nuda, disarmata e acuta nel dare un suono e un senso alle parole, fino a quel momento vagabonde e perse.